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In ricordo di Carmelo Pirrera

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[ Raggiunti dalla notizia della tragica scomparsa di Carmelo Pirrera, un autore di Palermo che in modi discreti partecipava anche alla vita de LaRecherche.it, abbiamo chiesto a Nicola Romano di delinearne un breve ricordo per tutti noi. Le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia. ]

 

 

Quando muore un vero poeta è come se all’improvviso crollasse uno dei pilastri della nostra società civile. E se in questo poeta si materializza anche l’amico e il saggio compagno di numerosi scambi (e talvolta scontri) culturali ecco che lo sconforto diventa più feroce. Devo cominciare necessariamente così questo mio ricordo di Carmelo Pirrera, poeta e scrittore siciliano, che è venuto a mancare il 2 febbraio scorso all’età di 83 anni. Non è questa l’occasione o la sede per ripercorrere la sua seppur consistente bio-bibliografia o per restituire una critica nei confronti della sua intera opera che, tra poesia e narrativa, risulta davvero ricca e poderosa; ma a cuore ancora caldo ci preme dire che Carmelo Pirrera è stata una presenza costante e significativa nel panorama letterario sia siciliano che nazionale e che inoltre, in maniera accorta ed oblativa, ha dato la possibilità a molte “voci” di poter veicolare attraverso le sue particolari pubblicazioni messe in atto lungo la sua lunga carriera di letterato e di attento osservatore degli effluvi poetici degli altri. Infatti, grazie all’invenzione d’una proficua sua personale edizione denominata “Il Vertice” (messa su nel 1968), egli ha saputo variare tra scoperte, proposte e conferme con l’unico sorprendente risultato di aver messo il timbro su buona parte dell’espressione poetica a cavallo tra il Novecento ed il secolo in corso. Una pietra miliare rimane la corposa antologia da egli stesso ideata e intitolata «Gli eredi del sole» (1987), in cui hanno trovato collocazione tanti buoni poeti siciliani, volume che adesso rappresenta una sorta di documento per quella che era la poetica di autori affermati ed emergenti dell’ultimo quarto del secolo scorso. Per non dire della deliziosa collanina de «Le mosche», edita sempre dal Vertice, che ha dato luogo a dei versi essenzializzati ed in forma bonsai di vari autori. E vogliamo anche qui ricordare la rivista bimestrale «Issimo», dall’originale composizione tipografica, avviata sin dal 1987 in forma cartacea per poi passare on line a causa degli aumentati costi di spedizione, invio che comunque si è fermato poco più di un anno fa, a causa dei suoi incipienti malanni. Ma dire Pirrera vuol dire anche «Antigruppo», movimento letterario nato in Sicilia nel 1966, se lo troviamo insieme a Nat Scammacca, Rolando Certa, Gianni Diecidue, Crescenzio Cane, Ignazio Apolloni, Pietro Terminelli a fondare tale “avanguardia” che dava più peso alla passione che all’intelletto. Movimento, comunque, che portò un grosso fermento nell’isola, con convegni e scambi che abbracciarono tutto il Mediterraneo.

E infine, vogliamo ricordare il suo carattere riservato ma non defilato, il suo discorrere sornione ma tagliente, sempre pronto alle battute e all’ironia tendenti a sdrammatizzare le seriosità della vita, anche se qualche sua considerazione che sembrava disimpegnata riconduceva puntualmente verso taluni segmenti di sana provocazione.

 

Leggi alcuni testi di Carmelo Pirrera pubblicati su LaRecherche.it ]

 

 Franca Alaimo - 12/02/2017 20:57:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Essendo entrata, se pure tardi, nell’Antigruppo, è in quel contesto variegato e internazionale, che ho conosciuto Carmelo Pirrera come altri protagonisti della cultura del Novecento, poeti e pittori, intellettuali e filosofi. Il ritratto che Nicola Romano, mio caro amico palermitano ed apprezzatissimo poeta,ha tracciato di Carmelo, gli è davvero aderente. Era così: ironico e raffinato, amante del bello, legato ai suoi affetti familiari, sebbene molto incline al fascino femminile. Era anche un bravo disegnatore: mentre ascoltava, spesso tracciava su dei foglietti di carta degli schizzi originalissimi: profili di donne, melanconiche e bellissime, accostate a fiori immaginari.
E’ stato il mio primo detrattore: gli presentai i miei primi testi e li bocciò senza pietà. Ma, in seguito, mi chiese scusa per quel suo primo approccio così brusco. Intanto, io ero cresciuta come poeta, anche grazie a quelle osservazioni molto meditate.
Per questo voglio unirmi a Nicola nella commemorazione di un poeta che ha certamente lasciato un gran vuoto nel mondo della poesia e delle cultura siciliana ed oltre.

 Giovanni dino - 05/01/2016 19:07:00 [ leggi altri commenti di Giovanni dino » ]

Carmelo Pirrera poeta scrittore dalle mille risorse era noto a Palermo città di adozione ma era anche noto in campo nazionale e anche oltre il Mediterraneo.
Era un poeta attento e intelligente, raffinato e colto. Amava smontare ogni tipo di scorza di superficialità di tetro bigottismo e ogni rigida omologazione. Lo faceva con la scrittura con una rara purezza d’anima ma lo faceva anche nella vita privata con graffiante ironia e con mordace sarcasmo ingredienti che lo hanno reso particolarmente famoso. Chi lo ha conosciuto e frequentato sapeva bene che bisognava stare prudentemente attento al suo essere divinamente permaloso e maledettamente innocente e puro. Tutta la sua opera è piena di una meravigliosa dualità di affermazione e negazione al contempo di ossimori di senso di forma e di analisi. Ricordo che partecipò a Nuovi Salmi pur restando coerente alla sua fede piena di dubbi e alla sua posizione anticlericale. Ma non negò mai che tutto esiste perché c’è un Creatore che detesta la solitudine e la tristezza


Giovanni Dino

 Franca Alaimo - 04/02/2015 01:33:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ho conosciuto Carmelo Pirrera nel 1989, quando entrai nell’Antigruppo Siciliano, ormai alle sue ultime battute. L’ironia che lo caratterizzava nelle conversazioni con gli amici (spinta, talvolta,fino al sarcasmo pungente o allo scherzo goliardico) nella scrittura era strumento di denuncia delle problematiche sociali ed esistenziali. Nelle poesie, invece, dava voce alla tenerezza e alla contemplazione della bellezza, specie femminile.
Non era raro vederlo tracciare, mentre chiacchierava con gli amici, dei raffinati disegni,che poi regalava loro generosamente. Anch’io ne conservo qualcuno. Padre sensibile, ha cresciuto amorevolmente la figlia Deborah, donna bella e molto intelligente, anche lei scrittrice.
Benché lo frequentassi ultimamente poco, Carmelo era per me un punto di riferimento e, anche se non ho letto tutta la sua produzione, specie quella recente, la sua scrittura, soprattutto quella in prosa mi affascinava per la presenza di tanta letteratura italiana ed europea (Sciascia, Kafka e Borges, in primis) da lui eleborata in chiave molto personale.
Ora che non c’è più, ne avverto il vuoto. Restano i suoi libri e a noi spetta non dimenticarli. Perché, quando uno scrittore muore, l’unico modo per farlo vivere ancora è restargli fedele, leggendo i suoi libri. Ciao, Carmelo! Avrai la più bella Bellezza da contemplare!
Grazie, Nicola, per averlo voluto ricordare ai lettori della rivista.

 Loredana Savelli - 03/02/2015 23:37:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Mi dispiace moltissimo. Lo sentivo persona autentica, modesta, di grande spessore. Continuerà ad essere così.

 Gian Maria Turi - 03/02/2015 21:25:00 [ leggi altri commenti di Gian Maria Turi » ]

Mi dispiace! Era un autore che avevo proprio conosciuto in questi giorni... (beata mia ignoranza)

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